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di Lorenzo Dell’Aquila

Nell’antichità i valori che danno il senso della comunità, della condivisione, dell’appartenenza si rigenerano attraverso la riproposizione delle tipologie edilizie destinate alle funzioni della vita pubblica, alla esaltazione dei meriti individuali e alla perpetuazione della memoria familiare. In occasione della fondazione di nuove città o della trasformazione degli insediamenti più antichi era sempre adottato il medesimo impianto ortogonale e le singole tipologie di edifici rispondevano per lo più a forme architettoniche prestabilite, che dipendevano da una costruzione della città di Roma, considerata come il modello da riproporre.

Allestita nel complesso dei Mercati di Traiano (nella Grande Aula, nei matronei e lungo la via Biberatica) e curata da Claudio Parisi Presicce e Claudia Cecamore, era mostra Civis Civitas Civilitas indaga nella delicata relazione fra città, cittadinanza e civiltà nel mondo romano. 

Attraverso l’esposizione di una serie di plastici in gesso, in gran parte realizzati da Italo Gismondi per la Mostra Augustea della Romanità del 1937 (QUI un interessante filmato dell’Istituto Luce) e provenienti dal Museo della Civiltà Romana insieme a calchi di statue e ritratti di personaggi del mondo romano, è idealmente ricostruito un viaggio tra gli spazi e gli edifici delle città dell’Impero. Così da documentare, oltre al radicamento di Roma come modello “urbano” nei territori conquistati, la civitas come fulcro della civiltà romana. Il Foro di Augusto e quello di Pompeo, la scena del teatro di Sabratha in Libia, delle Terme di Treviri in Germania e della Porta di Sant’Andrea ad Autun, in Francia: architetture come segni impressi nei paesaggi dall’espansione di Roma e, allo stesso tempo, e come esempi materiali, tangibili,  dell’identità romana. 

I macrotemi sviluppati grazie ai plastici in mostra riguardano: gli spazi pubblici, l’acqua nel decoro della città, lo spettacolo, il trionfo, l’onore e il passaggio, la memoria individuale, familiare e dello Stato, e le infrastrutture.

Inoltre i modelli degli edifici in mostra (strappati finalmente all’oblio in cui, da anni, sembra sprofondato il Museo della Civiltà Romana, sono una fonte preziosa circa lo stato di fatto dei monumenti negli anni Trenta del Novecento, aggiungendo così all’importanza scientifica, quella documentale (soprattutto nei territori teatro di eventi bellici).

CIVIS CIVITAS CIVITALIS

fino al 6 Settembre 2020

Roma, Mercati di Traiano